Cosa sono le lettere se non frammenti delle nostra anima che si adagiano su un foglio e acquistano concretezza e realtà?
E’ forse per questo che non si scrivono quasi più lettere? Mi chiedo quali possano essere le ragioni che spingano oggi a leggere le lettere scritte da donne del passato. Credo che la ragione non possa essere che una: quel bisogno urgente di sapere come sia stato possibile per loro vivere , quel desiderio di conoscere la bellezza, il dolore, la meraviglia, e persino il buio che ha segnato le loro esistenze.
E’ un’eredità inestimabile quella nascosta nelle corrispondenze giunte fino a noi da scrittrici, poetesse, artiste che hanno vissuto nel passato: molte di queste lettere illuminano e scuotono anche i cuori più chiusi, offrono inaspettatamente risposte a quelle domande sepolte del nostro cuore e che non trovavano voce.
Scrivendo queste donne hanno nascosto tra le parole sigillate in una lettera quella verità suprema che rivela il senso del loro vivere e del loro essere persone; perché la verità, attraverso l’inchiostro, come scriveva Virginia Woolf, cola via tra le dita, sfugge sino all’ultima goccia!
Un messaggio, un pensiero affidato ad uno schermo non credo potrà mai restituire quella poesia, quel tremore dell’animo avvertito nel ricevere una lettera: aprirla, annusarne il profumo giunto fino a noi chissà da quale luogo, sentire l’essenza stessa delle parole vergate sulla carta, la loro geometria che rivela lo stato d’animo del mittente, ci fa dono di una parte di mondo che non scompare, che riposa in un cassetto finché questo non verrà riaperto, magari da chi cerca quelle stesse risposte che un tempo abbiamo cercato noi.
Scrivete una lettera, quella lettera che avete sempre rimandato, si proprio quella destinata a chi è in grado di conoscere e proteggere la vostra intima verità.
È da tempo che l’aspetta!
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