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giovedì 10 dicembre 2020

Clarice Lispector: 100 anni dalla sua nascita

 Clarice credeva solo nelle coincidenze, nella potenza dei segni, nel mistero della parola scritta col corpo intero, della “parola che cattura ciò che non è parola”. Non credeva nei miracoli, ma ne aveva uno. Solo uno. Il miracolo delle foglie. Le succedeva ripetutamente di camminare per strada e ritrovarsi sulla scia di foglie portate dal vento sui propri capelli, sul viso. Queste foglie che volteggiano fino a raggiungere Clarice mi fanno pensare alla Sibilla Cumana, la sacerdotessa con poteri divinatori che scriveva i propri vaticini sulle foglie poi disperse dai venti. Mi piace pensare che Clarice fosse l’eletta capace di decifrare le predizioni sibilline, proprio lei che usava le parole come le poteva usare una strega. Uno scrittore brasiliano, Otto Lara Resende, ammoniva di stare molto attenti nell’avvicinarsi alla scrittura di Clarice Lispector, perché la sua non era letteratura, piuttosto era stregoneria. Forse è per questo mistero che aleggia intorno alla sua figura che alcuni trovano difficoltà nell’accostarsi alla sua opera. La stessa scrittrice invita a leggere le sue pagine solo le persone che hanno l’anima già formata, anche se nell’ultima intervista concessa pochi mesi prima della sua morte sottolineava come la comprensione non fosse una questione di intelligenza ma di sentire, di entrare in contatto. 



Nasce lo stesso giorno in cui è nata Emily Dickinson, 90 anni dopo: il 10 dicembre 1920. Muore il giorno prima di compiere 57 anni; era il 9 dicembre 1977. 
Condivide con Emily una scrittura visionaria, soprannaturale, introspettiva, enigmatica, spirituale. 
Come lei era un’eretica, schiva ma allegra, viscerale, misteriosa, istintiva, vicina al “cuore selvaggio delle cose”. 
Non si considerava un’intellettuale, una professionista, ma una dilettante che cerca di preservare la propria libertà; ma la libertà era poco, perché quello che lei desiderava era qualcosa di più grande che ancora non aveva nome. 
Nel ricordarla nel giorno in cui ricorreranno i cento anni dalla sua nascita, ho provato a tradurre, da autodidatta ma amante della sua monumentale opera, l’ultima intervista concessa Julio Lerner, di Tv Cultura: un invito a leggerla e a conoscerla. Le persone che non temono di guardare sui propri abissi non potranno non amarla.













giovedì 25 gennaio 2018

La formazione della scrittrice



“L’egoismo smaschera il falso poeta. Non esiste Il Poeta. Esiste invece il coro formato da tutte le voci che di tempo in tempo, di terra in terra, di eco in eco si uniscono l’una all'altra creando un canto che dal nulla viene e nel nulla torna. Ricordi? Mi avevi chiesto come si riempie il Vuoto: con il canto dei poeti. E sono poeti tutte le donne e tutti gli uomini che ostinatamente hanno cercato di guardare oltre il confine delle apparenze per sfiorare il mistero, l’inesprimibile, con mani generose, mani lievi. Hanno guardato la bellezza e non ne sono fuggiti.”

Chicca Gagliardo, Il poeta dell’aria



LA FORMAZIONE DELLA SCRITTRICE-LAURANA EDITORE




Seguendo con lo sguardo il volo de Il poeta dell’aria, con tutte le sue magnifiche eco, cercando tracce e parole della straordinaria scrittrice Chicca Gagliardo, mi sono imbattuta in un libro bellissimo: 
La formazione della scrittrice. La scelta. I dubbi. Gli incontri. Il percorso di chi scrive libri oggi”, curato da Chicca Gagliardo basato su un’idea di Giulio Mozzi ed edito dalla sorprendente casa editrice Laurana. 

Pre-sentivo già in ciò che precede l'incontro che sarebbe stata una lettura straordinaria e ricca di frutti, e posso dire con certezza di non essermi sbagliata. 
Si tratta di un libro corale, polifonico, fatto di richiami e voci tutte diverse ma unite dal comune e sconfinato amore per la parola, per la lettura, per la scrittura. 
E’ il naturale esito cartaceo, ma approfondito e ampliato, di una rubrica pubblicata sul blog “Vibrisse”che aveva come titolo “La formazione della scrittrice” (abbinata anche ad una versione al maschile denominata “La formazione dello scrittore”).
Ventisei donne, tra scrittrici e poetesse, tessono una fitta e preziosa trama di esperienze e confessioni sul come si è annidato nella loro esistenza il seme della scrittura: scandagliano nel proprio passato il fondale dei propri ricordi condividendo con la lettrice, con il lettore il blu cobalto di un sentimento che, come tutte le grandi passioni, non può essere spiegato, ma che può essere manifestato in tutta la sua pienezza nella parola attraverso la parola.
Leggendo si ha come l’impressione di entrare in una miniera a cui si ha il privilegio di accedere per il solo motivo di amare in modo disinteressato ma vitale la scrittura e la lettura. Ritornare in superficie, dopo aver peregrinato in questi abissi luminosi e reconditi, significa sentirsi arricchiti, sedotti, affascinati, provocati ad una nuova ricerca. Sì perché leggendo ogni singola testimonianza di queste donne uniche e straordinarie si sente il bisogno, la necessità di approfondire il contatto e la conoscenza di ciascuna voce, attraverso le opere che hanno scritto e che continueranno a scrivere, ripercorrendo anche le loro letture e libri che hanno amato. La lettura di questa opera straordinaria deve essere necessariamente accompagnata da taccuino e matita perché da qui inizia un lungo e meraviglioso viaggio verso altri libri e altre parole. 
A corredo di queste altissime testimonianze vengono poste alcune pagine di diario di una della maggiori scrittrici di tutti i tempi, Virginia Woolf, che con la sua scrittura incandescente conferisce ancora più luce a questo prezioso libro.
Qualunque sia il prologo di questa iniziazione alla parola è, tuttavia, comune sentire la certezza che la formazione sia sempre in essere, in continuo divenire.
Ad innescare il fuoco della parola possono essere i racconti magici di una nonna, la casuale scoperta di libri proibiti per cui la lettura diventa trasgressione, atto per scacciare la paura, per accogliere la meraviglia e il destino.

Le parole assumono la forma di pugnali che colpiscono alle spalle e a cui è necessario arrendersi, diventano la Via per raggiungere un luogo-mondo abitabile dove costruire la propria casa.

Tutto inizia con il respiro dei libri, libri rubati, letti di nascosto, libri specchio, libri tana, libri come trattati con formule alchemiche per decifrare il proprio animo e quello degli altri, e ancora libri come partiture che consegnano una melodia dei sentimenti.

Scrivere diventa il modo per stare al mondo, e molto spesso se si scrive “è merito delle donne”.

Per molte la Poesia, ancella privilegiata della scrittura, è lingua madre che partorisce le parole, è geografia selvatica, è volo studiato e fulmineo.

La scrittura, soprattutto quella poetica, diventa Via, Arte marziale, Religione che come tale crea dei precetti quasi inconsapevoli, assimilati nel proprio essere.

Mi piacerebbe, pertanto, concludere condividendo un piccolo stralcio della indimenticabile testimonianza (come tutte quelle presenti nel libro) della poetessa Chandra Livia Candiani: una serie di “ comandamenti” da seguire perché la Poesia, e in generale, la Parola non smettano di albergare nello spazio della nostra vita:



· Parlare poco se non le parole si consumano;

· Non stare troppo con gli altri se no la solitudine ne risente;

· Stare nella natura se non gli altri regni smettono di parlarmi;

· Non riempire i vuoti se non la poesia mi trova occupata e se ne va;

· Non lamentarsi perché la poesia è spesso uno sguardo grato su quel che c’è;

· Leggere tanto ma solo dove sento quel di più, quelle parole che arrivano e non sono né cercate né svogliate, quella misteriosa lingua tradotta dal silenzio.







Chi ama la lettura e la scrittura in modo viscerale e disinteressato non può che arrendersi al desiderio di leggere questo libro prezioso.

Io ho un solo rammarico: che la lettura sia terminata troppo presto; ma mi consola il fatto che nuove e interessanti letture, figlie di queste pagine, mi stiano già attendendo!


Concludo presentandovi tutte le scrittrici presenti nel libro:

Elisabetta Bucciarelli

Antonella Bukovaz

Maria Grazia Calandrone


Chandra Livia Candiani

Teresa Ciabatti



Chicca Gagliardo

Helena Janeczek


Antonella Lattanzi

Isabella Leardini

Sara Loffredi

Franca Mancinelli

Silvia Montemuro


Valeria Parrella

Sandra Petrignani

Gilda Policastro

Rossella Postorino

Claudia Priano

Giovanna Rosadini

Elisa Ruotolo

Alessandra Sarchi

Francesca Scotti

Federica Sgaggio

Carola Susani

Veronica Tomassini

Grazia Verasani

Simona Vinci

Virginia Woolf


Vi lascio un piccolo video dedicato al libro!
Buona visione!


giovedì 28 settembre 2017

Le parole sono la casa del mondo-La lettura di Chandra Livia Candiani








La Lettura 
di 
Chandra Livia Candiani
da 


Figlia dell’ inverno 

la lettura 

offre la storia 

e il silenzio, 

il nero del legno 

e il bianco della neve. 

Il silenzio tra le parole 

permette alle parole 

di procedere 

e come il silenzio 

degli animali 

e dei ricordi 

attivo e fertile, 

non cospira 

con l’infelicità 

di dire sempre 

solo quello che sai già. 

Ho bisogno delle parole 

degli altri per scandagliare 

le mie. 

Ascoltando 

scrivendo 

scopro cosa so. 

Le parole 

sono la casa del mondo 

lo straccio che lava 

le cose. 

Leggendo 

più che comprendere 

faccio scioccamente parte 

della dolcezza d’ essere. 

Leggo per abitare 

scrivo per traslocare.


Incastonata nell’oro luminoso delle parole di una delle più sensibili poetesse contemporanee, Chandra Livia Candiani, fluisce una sinfonia d’immagini femminili, inabissate nelle profondità di un gesto semplice ma imprescindibile per molte donne, la lettura, in un periodo storico che lega l’Ottocento con il Novecento. C’è poesia e seduzione, sguardi rapiti e corpi sottratti alla realtà: nel silenzio delle parole donne che abitano il mondo col desiderio di “traslocare” in un altro universo dove “essere”diventa amabile e necessario.
Il mio tributo alla lettura, alle donne, alla poesia, a Chandra!







 La poetessa Chandra Livia Candiani



venerdì 11 agosto 2017

Scandalosamente donne





Una poetessa la cui scrittura è guidata dalla luna; un antropologa che, tra sacro e profano, fa del folklore locale appassionata letteratura; una musicista che canta e suona solo ciò che lei desidera; una scultrice atipica che fa esplodere le sue opere in un turbinio di colori e sapori; un'attrice che nasce ai piedi di un vulcano, vulcano lei stessa; una scrittrice col viso da dea, abitata dal fuoco sacro della scrittura; una fotografa poetessa che in un gioco di continui travestimenti vive nel sogno e non nella realtà; una scrittrice coraggiosa e dissoluta che diventa la stella di Broadway; una poetessa che come Frida Kahlo nella sua magica follia trasfigura il dolore inventando altri mondi; una scrittrice misteriosa nata in Cina, la sua "buona terra", che cerca una via di fuga nella scrittura; una modella, pittrice e poetessa, bellissima, il cui nome evoca una data del calendario azteco; un'autrice che sin da bambina scriveva nella vasca da bagno; un'artista che trasforma in oggetti tutte le sue emozioni; una scrittrice che vive in una strana fiaba e intitola il suo libro più famoso con il nome di un piccolo osso del piede; una pittrice scrittrice innamorata del mare e dei suoi Mumin; una scrittrice dal sangue creolo, con l'anima impigliata in malie e superstizioni; un'altra scrittrice dal cuore zingaro che può partire con un libro di poesie come unico bagaglio, innamorata della Vita amante a sua volte di Virginia  Woolf; una baronessa, prima dadaista d'America, il cui capolavoro più grande è la sua stessa vita; una scrittrice regista che consacra la sua vita alla scrittura e all'amore; una viaggiatrice scrittrice bella come un arcangelo e fragile come una meraviglioso cristallo.
Venti donne.
Donne assolute, streghe nostalgiche, ammalianti sirene, arcangeli perduti, artiste singolari che sparano sulla propria arte per esorcizzare il proprio dolore, angeli immortali che rinascono dalla proprie ceneri ogni qual volta le ricordiamo e scaviamo nelle loro vite e nelle loro opere per comprendere qualcosa di più di noi stesse.
Cristina De Stefano ha compiuto un miracolo illuminante e luminoso, dipingendo con grazia e delicatezza la "scandalosità" di queste donne indimenticabili e meravigliose.
E se la parola "scandalo" è figlia del greco σκάνδαλον,skàndalon, e significa, "inciampo", "ostacolo", dobbiamo essere grate a lei, che per prima è "inciampata" nelle storie di queste straordinarie figure muliebri. 
Abitualmente si può inciampare quando l'attenzione è svanita, quando si vive con gli occhi chiusi, quando si finisce con il sopravvivere avendo dentro l'anima il fuoco spento di desideri accantonati, ma è proprio nell'inciampo, nell'ostacolo sopravvenuto che l'anima si ridesta e rinasce.
Pensando a questi "inciampi" mi ritorna alla mente il frammento di una poesia indimenticabile dell'imperdonabile Cristina Campo, poetessa e scrittrice che abita da anni nel mio cuore, di cui Cristina De Stefano ha scritto una meravigliosa e attenta biografia, dal fiabesco titolo "Belinda e il mostro":

"Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l’ultimo gradino..."

Mi piace pensare che a Cristina De Stefano siano sfuggiti,  proprio come a Cristina Campo è sfuggito dal labbro il nome del proprio amore, i nomi di tutte queste donne scandalosamente libere di essere se stesse, così come può sfuggire al piede l'ultimo gradino per ricordarci che la cosa più preziosa e insindacabile per una donna, come per ogni persona, è la propria libertà.

P.S.
Ho voluto dedicare alla Scandalose di Cristina De Stefano un video per mostrare, attraverso foto e parole, le meravigliose donne dipinte nel libro.



Le Scandalose

Mina Loy





Lydia Cabrera





Nina Simone







Niki de Saint Phalle






Toto Koopman









Clarice Lispector




Claude Cahun






Tallulah Bankhead






Else Lasker-Schüler







Pearl S. Buch






Nahui Olin





Grace Metalious






Louise Bourgeois





Albertine Sarrazin






Tove Jansson







Jean Rhys






Violet Trefusis
Elsa von Freytag-Loringhoven



Marguerite Duras





Annemarie Schwarzenbach